City Users: protagonisti di un cammino digitale verso un nuovo stile di vita??

Ė difficile definire una città senza guardare al suo passato e senza tenere conto delle caratteristiche che la definiscono nella sua ‘identità’ all’interno del mondo contemporaneo.
Le città, attraversate tanto dalla storia quanto dagli uomini che nel loro avvicendarsi hanno dato corpo e forma allo spazio urbano, sono composte da tanti elementi essenziali che, l’uno affianco all’altro vanno a comporre un quadro armonioso, che oggi può essere vissuto e fruito in modi estremamente originali grazie al diffondersi di un nuovo concetto di mobilità!!
Nelle sue varie forme e connotazioni, la mobilità è un fenomeno sociale a cui tutti noi siamo inclini per numerosi fattori contingenti e storici. Come in un grande gioco di ruolo, entrano così in scena dei nuovi protagonisti, ai quali viene attribuito il nome di City Users.

Chi sono e cosa fanno i city users?

In senso più ampio possibile, possono essere definiti city users tutti coloro che si recano in città, anche per brevissimi periodi, per usufruire di servizi pubblici e privati, motivati da esigenze lavorative, ma anche spinti da esigenze di natura ricreativa, culturale e commerciale. Non solo i residenti, quindi, ma tutti coloro che possono essere considerati consumatori metropolitani.

Cosa cercano i city users? Quali sono le loro reali esigenze?

Per rispondere a queste domande occorre fare una breve premessa ricordando alcune trasformazioni che hanno investito le città moderne, reclamando non solo la verifica dei flussi giornalieri dei lavoratori ma anche di quelli, più sporadici, dei consumatori più o meno occasionali delle città. Seppur allo stato attuale non vi sia ancora una cornice concettuale per la definizione sistematica delle varie categorie di frequentatori delle aree urbane, tuttavia alcuni dati potrebbero consentire di fare una stima, quantomeno approssimativa, dell’ordine di grandezza della questione.
Secondo i dati emersi dalla ricerca “Gli stili di mobilità degli italiani: Il percorso (lento) verso la sostenibilità” realizzata dall’Area Studi dell’Anci https://www.anci.it/, ogni giorno lungo le strade circolano circa 1,8 milioni di pendolari con serpentoni di auto che, se ipoteticamente messi in fila, arriverebbero da Milano fino a Pechino.

Per la precisione, infatti, sono 1.780.739 i non residenti che entrano nei capoluoghi metropolitani per diversi motivi: studio, lavoro ed attività varie legate alle loro necessità giornaliere. Si stima, pertanto, che questa fascia di utenti in mobilità sia pari a circa il 20% dei residenti totali, con evidenti ripercussioni sulla domanda di servizi legati (ma non solo) alla mobilità.

Le motivazioni principali che spingono i city users allo spostamento, definito nello specifico “erratico”, oltre a quelle già accennate, chiamano in causa relazioni interpersonali, attività come lo shopping o la fruizione di servizi culturali e commerciali. Ne consegue che, se il raggio di mobilità dei comuni delle aree metropolitane è minore, maggiore sarà la disponibilità, nelle città di residenza, di servizi a portata di mano.

Non solo, ma la mobilità di questa ampia fascia di utenti oltre ad essere “multidirezionale” risulta essere anche “multidimensionale”. Infatti chi si muove lo fa di solito per più motivi. Ciò conferma la natura zigzagante di tale tipo di mobilità. Pertanto se si considerano city users tutti gli utenti in mobilità che si spostano ogni giorno per motivi differenti, allora possiamo dire di trovarci di fronte ad un vero e proprio esercito che, sotto il profilo numerico, sembra essere di gran lunga superiore a quello dei “semplici” pendolari.
Se tra i city users includiamo anche i turisti, allora la cifra cresce ulteriormente. A tal riguardo, tuttavia, occorre tenere conto che le esigenze legate alle specifiche condotte di uso e consumo dei turisti non sono del tutto assimilabili a quelle dei city users di passaggio..
La comunità dei city users, pertanto, non può, in forma definitiva, essere facilmente ascrivibile ad un’unica categoria. Infatti sono diversi i significati a loro attribuiti: i non residenti in senso più ampio, gli studenti fuori sede, i lavoratori, coloro che, trovandosi di passaggio, utilizzano i servizi della città ed infine turisti e visitatori occasionali. Il comune denominatore tra tutti, come già detto, è la natura zigzagante della mobilità ed il modo di calibrare le loro attività su diversi registri in relazione ai loro spostamenti più o meno lunghi.

Basti pensare, ad esempio, a chi si muove ogni giorno dalla propria abitazione per raggiungere il proprio posto di lavoro (pendolare), salvo poi assentarsi un paio di giorni e lavorare da casa (abitante), per spostarsi in un’altra città metropolitana per seguire un convegno di lavoro (business man) e recarsi, infine, in una località turistica per trascorrere il weekend (turista). In questo caso le attività svolte dall’individuo nei vari momenti della giornata, in particolare nei momenti di pausa, lo hanno portato in più occasioni ad essere un utente in mobilità alla ricerca di servizi di prossimità messi a disposizione dalla città in cui si trova o che sta raggiungendo. Vista in tale prospettiva, la città è caratterizzata dalla compresenza di più popolazioni differenti, che si avvicendano nel lavoro e nella fruizione dei servizi cittadini di uso e consumo.
Il nuovo modello che si delinea è, quindi, quello di un cittadino che ricorre alle nuove reti di comunicazione ed alle nuove tecnologie che incidono, non solo sul piano comunicativo, ma anche sulla mobilità, sul flusso di dati digitali e su altre sfere della vita quotidiana.


La realizzazione di App e servizi appositamente pensati per soddisfare le esigenze dei city users, come quelli studiati nell’ambito di Cloud4City, consente all’utente in mobilità di restare sempre connesso, tramite il suo dispositivo, ad uno spazio “virtuale” all’interno del quale risulta possibile essere aggiornati in tempo reale sui servizi di prossimità, acquisendo, inoltre, o scambiando informazioni, commenti, pareri con una comunità di city users che conosce, frequenta abitualmente o magari visita per la prima volta, quella medesima città .

Pertanto i city users, siano essi residenti, pendolari o turisti occasionali che, in mobilità ‘leggera’, si trovano a percorrere le vie cittadine, fruendo di piattaforme social di prossimità condividono reciprocamente modalità di esplorazione nuove degli asset della città. Gli utenti, quindi, sono fruitori di servizi e contemporaneamente attivi informatori all’interno della comunità “virtuale” dei cittadini .

La comprensione dei bisogni dei city users è alla base della progettazione ed implementazione di risposte e soluzioni adeguate; ad oggi già molte città metropolitane in Italia stanno lavorando per cambiare la fisionomia dei loro asset rivolgendo particolare attenzione alle varie le categorie che possono essere ricondotte all’interno del concetto di city users, siano essi cittadini residenti e non, pendolari, studenti, giovani, turisti e soggetti deboli.

Oggi gli enti locali sono chiamati, dunque, ad ascoltare e gestire la domanda e i bisogni sempre crescenti non solo dei cittadini residenti, ma anche di chi vive la città pur non risiedendo in essa . Con la trasformazione digitale, infatti, il salto di paradigma da cittadino a city user mette gli enti locali nella condizione di dover rispondere a soggetti che sono tecnologicamente più evoluti e alla ricerca di servizi di qualità.

A cura di

Laura Alfano

Contrattista ISPC CNR.

Laura Alfano

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